Drilli

Drilli

Autore: Eleonora Laffranchini
Da “8 racconti OTTO ”

Drilli

Un coccodrillo educato

Il suo nome per intero era Drillococ, ma tutti lo chiamavano Drilli.

Era un cucciolo così carino e tenero da far imbarazzare per la sua delicatezza tutti gli altri coccodrilli, soprattutto quelli adulti grandi e grossi che erano tanto orgogliosi del loro aspetto spaventoso.

Persino la sua mamma si chiedeva tra sé e sé come il suo figliolo potesse essere tanto grazioso e delicato, nonostante tutte le sue raccomandazioni.

“Drilli, non sorridere quando incontri qualcuno !”

“Drilli, non ringraziare mai quando ti offrono qualcosa !”

“Non parlare con quel tono così delicato ! Sei così ridicolo !”

“Ma, insomma !”gli ripeteva ogni giorno, “Cosa penserà la gente di me e di tuo padre ? Che non ti insegniamo niente !” e quando pensava ai figli delle sue amiche, grandi, grossi, maleducati e così meravigliosamente terrificanti, sentiva nascere un’invidia forte forte che pian piano le pizzicava il suo duro cuore di coccodrilla.

Un coccodrillo solo

Finché era piccolo piccolo, Drilli non si era mai accorto di essere un coccodrillo fuori dall’ordinario, ma mano a mano che cresceva, vedeva passare sempre più spesso negli occhi dei suoi compagni strani sguardi di complicità ogni volta che, giocando, gli scappava di dire “Grazie !”, se qualcuno gli passava la palla, o di aggiungere “Per favore”, dopo magari un “Mi fai passare ?”

Arrivò poi un giorno in cui nessuno volle più giocare con lui e quando supplicava gli altri coccodrilli :

“Per cortesia, mi permettete di giocare con voi ?”, tutti gli giravano la coda e ridevano fra loro, facendogli il verso :

“Per cortesia, vai a giocare con sua altezza reale l’ape regina !”

Drilli e le api

Un giorno Drilli, molto amareggiato, provò davvero ad andare nei paraggi di un alveare per vedere se qualche ape generosa avesse voglia di giocare un po’ con lui, ma quando tutte le api, inferocite, gli si avventarono contro, capì che neppure lì la buona educazione era di gran moda.

Così, giorno dopo giorno, Drilli diventava sempre più triste e solo. Spesso, dai suoi dolci occhioni sgorgavano grosse lacrime che scendevano lentamente e sprofondavano silenziose nell’acqua torbida del fiume. Ma, siccome questo gli accadeva soprattutto dopo pranzo, nessuno, neppure i suoi genitori, si accorgeva di quanto fosse triste, perché, sia sa, fra i coccodrilli le lacrime non son certo una rarità.

Drilli se ne va

Finché prese una drastica decisione. Avrebbe lasciato il suo fiume e tutti quegli antipatici coccodrilli che lo prendevano sempre in giro.

Nottetempo, senza che nessuno se ne accorgesse, raccolse i suoi quattro stracci ( si sa, i coccodrilli non hanno bisogno di molti vestiti, giusto un paio di costumi da bagno per le occasioni particolari), e si allontanò con un groppo in gola per la tristezza. Ma, prima di andarsene, trovando molto scortese partire senza salutare, non resistette alla tentazione di lasciare scritto su una foglia vicino al fiume, a lettere grandi : “CIAO A TUUTI. MAMMA E PAPA’ VI VOLGIO TANTO BENE.”

Drilli ha nostalgia di casa

 Iniziò a girovagare per il mondo, in lungo e in largo e, giorno dopo giorno, diventava sempre più gentile. Conobbe tanti animali di ogni specie, belli, brutti, pelosi e pelati, e divenne amico di tutti. Ma la nostalgia per i suoi cari coccodrilli non lo abbandonava mai. Ogni giorno pensava a loro, a quanto era bello sonnecchiare nell’acqua dopo mangiato o sprofondarsi nel fango viscido... e quanto avrebbe desiderato giocare con i suoi amici maleducati e sopportare in silenzio le sgridate della mamma quando lo sentiva discorrere con parole gentili !

Nel villaggio di Drilli

Intanto, nel villaggio dei coccodrilli, era calata una grande tristezza. Dal giorno in cui Drilli se n’era andato, tutti avevano cominciato a sentire la sua mancanza sempre più forte. Come era bello sentire ogni tanto un “grazie” o un “per favore” anche se faceva un po’ ridere. Come avrebbero desiderato scusarsi con lui ! Così continuavano a non salutarsi, a dirsi parolacce, ma pensavano spesso al musetto delicato e ridicolo di Drilli, sperando sempre un giorno o l’altro di poterlo rivedere.

Nessuno, però, osava ammetterlo apertamente, neppure la mamma di Drilli e quando le sue amiche le chiedevano : “Ti manca Drilli ?” rispondeva, seccata :”Figuriamoci ! Quel pappamolla gentilone !”.

Suo padre, invece, se n’era inventata una bella. Raccontava con immenso orgoglio di aver ricevuto una lettera da Drilli in cui diceva di essersi iscritto ad una scuola di cattive maniere e di frequentare con ottimo profitto le lezioni. “Il mio Drilli tornerà quando avrà conseguito il diploma in Maleducataggine !”diceva con quel suo spaventevole vocione. Ovviamente nessuno gli credeva, anche perché i coccodrilli sono molto diffidenti per natura.

Una vocina misteriosa

Una mattina, Drilli, che aveva trovato lavoro come cameriere di sala presso una pizzeria vicino al Nilo, si svegliò con una strana sensazione. Era come se una vocina sottile, sottile lo chiamasse da lontano : “ Drilli, torna a casa, c’è bisogno di te !”

“ Avrò fatto qualche strano sogno che ora ho dimenticato !” si disse Drilli.

 Si preparò e si recò al lavoro come ogni giorno, cercando di scacciare dalla mente quella insistente vocetta.

Il lavoro alla pizzeria gli piaceva davvero molto. Tutti lo rispettavano e gli volevano bene. I clienti poi chiedevano sempre di lui perché era il più gentile e il più elegante dei camerieri e lo riempivano di mance, tanto che Drilli non sapeva più come fare a ringraziarli.

Una sconvolgente notizia

Quel giorno, mentre serviva una pizza maxi a due simpatici ippopotami, gli capitò di ascoltare la loro conversazione.

“ Hai saputo ?”, diceva sconvolto uno dei due all’amico, “ Pare che la banda di contrabbandieri di pelli sia tornata in circolazione. Ho sentito a radio Cocco che stanno cercando di catturare i coccodrilli di un intero villaggio al Nord !”

Drilli non riuscì a trattenersi e, anche se la cosa gli parve molto maleducata, s’inserì di getto nella conversazione, preoccupatissimo :” Scusate, signori. Non vorrei sembrarvi indiscreto, ma è molto importante. Vi ricordate il nome di quel villaggio ?”

“ Beh, no..., il nome no, ma mi sembra che il conduttore abbia detto che si tratta di una razza di coccodrilli d’aspetto particolarmente terribile e d’una maleducazione impressionante !” 

Drilli corre a portare il suo aiuto

Drilli schizzò fuori ad una velocità sorprendente, senza dimenticare però di dire un grazie talmente veloce che ai due ippopotami arrivò solo la “e”.

“ Ecco cos’era quella vocina !” pensava fra sé, “è la voce del mio sangue che chiama. I miei amici hanno bisogno di me ! Devo tornare !”. Subito però, mentre già si era messo in cammino verso casa, un altro pensiero si affaccò alla sua mente. “ Ma loro non sono amici miei ! Mi prendono solo in giro per divertirsi a ridere di me. Perché mai dovrei andare ad aiutarli ! Che m’importa ?”

Ma la fretta di arrivare a casa era tale e tanta che Drilli non ebbe neppure il tempo di rispondersi.

Terrore nel villaggio

 Quando arrivò al villaggio, non trovò nessuno. Pensò di essere arrivato in ritardo e già due calde lacrime iniziavano a sgorgare dai suoi dolci occhioni, quando sentì un bisbiglio : “Psss ! Drilli ! Sono qui !”

 Abbassò lo sguardo e vide mimetizzato quasi completamente sott’acqua il suo amico Crock.

 “ Che fai lì ?” gli chiese incuriosito.

 “ Guardati bene intorno :ci siamo tutti. Siamo immobili così da due giorni per non farci scoprire da quella banda di criminali che vuol farci la pelle !”

 “ Sono qui per salvarvi, Crock !”

 Se Crock non avesse avuto la bocca sott’acqua e non fosse stato così terrorizzato dalla paura, si sarebbe certo sbellicato dalle risate. Si limitò a dirgli, quasi gentilmente : “ Hai letto troppi fumetti in questo lungo periodo, Drilli.”

Drilli e i cacciatori

 Ma Drilli non lo sentì neppure. Si stava dirigendo impavido verso la barca, sotto gli occhi allibiti di tutti i coccodrilli nascosti.

 “ Ehi, gentiluomini !”

 “ Gentiluomini ?, gli fecero eco quei brutti ceffi, stupiti fino alla punta dei capelli, “ Ma guarda questo, Bill, ti sembra un coccodrillo questo strano essere ?”

 Drilli prese a sbattere le palpebre dei suoi occhioni gentili, con grazia.

 “ Ah, ah ! Un coccodrillo. Beh, del coccodrillo ha forse il colore. Che animale sei, buffo essere ?”

 “ Scusate, lor signori. Non vorrei contraddirvi, ma sono un coccodrillo”.

 E quelli giù risate a non finire.

 “ Benvenuti nel mio villaggio. In cosa possiamo esservi utili, io e i miei compagni ?”

 Lo stratagemma di Drilli

Gli uomini, sempre più allibiti, iniziarono a fissarlo per bene, finchè uno di essi disse :  “ Fammi sentire la pelle se davvero, come dici, sei un coccodrillo !”

Drilli gli si avvicinò, con grazia. L’uomo allungò la mano, lo sfiorò e la ritirò disgustato.

“ Blè”, disse , “ ha una pelle così morbida e molliccia da fare schifo !”

Per la prima volta nella sua vita, Drilli si sentì orgoglioso della morbidezza della sua epidermide che tanto faceva ridere i suoi amici.                   

“ Posso presentarvi i miei compagni ? Siamo tutti così, morbidi e vellutati”.

“ Andiamocene !”, ordinò scocciato il comandante del gruppo, “ Non è certo questo il posto in cui cercare !” E si allontanarono in un batter d’occhio, senza neppure una parola di commiato.

“ Che maniere !”, pensò Drilli fra sé e sé, “ Sono certo loro più coccodrilli di me !”

Drilli torna a casa

Scampato il pericolo, tutti i coccodrilli uscirono allo scoperto.

“ Drilli, sei un vero eroe !” gli urlavano da ogni parte, abbracciandolo. Drilli non per questo si montò la testa.

E’ tornato con immensa gioia a vivere tra i suoi compagni, ma è rimasto il piccolo, gentile coccodrillo di sempre.

Ha fatto solo quello che sentiva di dover fare e per questo è immensamente felice.

Filastrocche per  Drilli create con i bambini durante un incontro con l’autrice
“ Coccodrillo tu sei nato,
devi esser maleducato !
Niente grazie o per favore,
sei il nostro disonore !”
                                             
“Se continui a ringraziare,
noi non ti farem giocare.
Devi essere sgarbato :
coccodrillo tu sei nato !”
        
“Io credevo di trovare
degli amici in alveare
ed invece scappo via :
neanche qui c’è cortesia !”
 
“La valigia è pronta già,
Vi saluto, mamma e papà !
Per non farvi vergognare
per il mondo devo andare.”
 
Drilli viaggia per il mondo,
così grosso e così tondo
e ogni specie di animale
 lui riesce ad incontrare,
ma non può dimenticare :
dai suoi amici vuol tornare !  
 
Sembra vuoto ora il villaggio,
ma nessuno ha il coraggio
di parlarne con la gente
e così finge di niente.
 
“ Sono Drilli, l’educato
e un lavoro ho già trovato.
Com’ è bello, mamma mia,
lavorare in pizzeria !
 
Che paura, che terrore, 
è arrivato il cacciatore ! 
Coccodrilli e coccodrille 
diverran borse di pelle !
 
Parte in quarta Drilli il buono
per portare il suo perdono
e gli amici suoi salvare :
non li vuole abbandonare !
 
 
“ Sono qui, sono tornato
nel momento più indicato : 
non dovete preoccuparvi,
sono giunto per salvarvi !”
  
“Sono Drilli, per favore,
puoi ascoltarmi, cacciatore ?
Se qualcosa può servirvi,
sono qui per aiutarvi !”
“ Mi fai ridere bestiaccia,
voglio sol la tua pellaccia !”
 
“ Non va bene, non è adatta,
sembra quella di una gatta.
Su ragazzi, via di qua,
cercheremo un po’ più in là !”
 
“ Viva Drilli, nostro amico,
ci ha salvati dal nemico !
Non sa essere sgarbato,
ma ci basta sia tornato.
 
Orsù, dunque, facciam festa :
canti tutta la foresta !

Eleonora Laffranchini

L'autrice è disponibile per Incontri con l'Autore e Laboratori di animazione alla lettura
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